Udinese, in bilico tra 30 anni di SerieA e ...la SerieB
In questo preciso istante, sparlare dell'Udinese è come sparare sulla Croce Rossa in fuga dal campo di battaglia. Troppo facile. Una stagione nata storta, dalle voci che volevano la vendita della società ad un fondo americano, con tanto di smentite ufficiali e rischio di denunce, alla conferma di un allenatore che aveva finito la scorsa stagione in modo disastroso, dopo l'illusione "europea". E si può continuare, come il cambio del direttore sportivo, un calciomercato praticamente fatto dalla SerieB inglese, sottovalutando la SerieA o sopravvalutando l'Udinese, alla sfiga infortuni, al caso Samardžić, per passare a Pafundi, che con questi allenatori non aveva spazio ed è dovuto, il talento nostrano, andare a cercare maggior fortuna in Svizzera in una Udinese che ha praticamente il primato europeo di giocatori stranieri in campo. E poi ancora, il caso Silvestri, gestito malissimo, rimanendo alle questioni di campo. Quelle di fuori campo, una su tutte, il caso Maignan. Il comportamento di quattro imbecilli razzisti ha scatenato il putiferio, mancava solo l'intervento di Putin e Biden! Fosse almeno servito a qualcosa! A niente è servito, se non a far passare la piazza di Udine come quella che non è. Razzista. Ci sono cose da stadio, che rispondono alle loro leggi, e cose che vanno oltre. Per riabilitare la piazza di Udine doveva praticamente quasi scapparci il morto, con il caso del giocatore della Roma, Ndicka. I tifosi dell'Udinese non sono belve, sono tifosi fin troppo civili visto quello che stanno subendo quest'anno! L'Udinese si trova ad un passo dai trent'anni di serieA, ma rischia di essere ad un passo dalla serieB. Probabilmente si risolverà la questione con uno spareggio salvezza, le partite contro l'Empoli ed il Frosinone sono due finali che l'Udinese deve vincere, ma quest'anno questa squadra fa tutt'altro rima che con vittoria. La squadra fino ad oggi sembrava essere in balia non si sa di cosa. Senza rotta. Naviga alla buona. Udine è una piazza che merita il ritorno in Europa e non la serieB. Comunque finirà questa stagione, sia con la salvezza forse anche immeritata viste le cose in campo, o conquistata all'ultimo respiro oppure con il ritorno dopo trent'anni nel campionato degli italiani, dovrà esserci un cambiamento radicale. Che significa o vendere la società o valutare l'ingresso di nuovi soci, più spazio ai giocatori italiani, e spendere per il ritorno del Friuli nel calcio europeo e magari, cambiare anche l'inno, perchè l'inno attuale dell'Udinese sinceramente è veramente inascoltabile! I tifosi che quest'anno hanno fatto registrare il record di abbonamenti non si meritano ancora schiaffi e fanno bene ad incazzarsi.
mb
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